In occasione dell’inaugurazione del 96° anno accademico, l’università Cattolica di Milano ha invitato il ministro degli esteri a parlare della nuova panoramica mondiale.
Con la cerimonia di Mercoledì 16 novembre, l’Università Cattolica di Milano dà inizio ad un nuovo anno accademico. La giornata ha visto coinvolti numerosi studenti, professori e autorità, che hanno inizialmente preso parte alla celebrazione eucaristica, presieduta dall’Arcivescovo di Milano, cardinale Angelo Scola, presso la Basilica di Sant’Ambrogio. Alla celebrazione ha fatto seguito una cerimonia tenutasi presso l’Aula Magna dell’Ateneo, con un discorso d’apertura del Magnifico Rettore Franco Anelli, il quale facendo cenno ai numerosi stravolgimenti a cui è attualmente soggetta l’Europa, e non lo solo, ha posto grande fiducia e speranza nel lavoro che l’Ateneo ha svolto e continua a svolgere nella formazione dei propri studenti, cercando di prepararli e immetterli nella realtà a loro circostante, rendendoli non solo cittadini italiani, ma anche e soprattutto, cittadini dell’Europa e del mondo.
“La realtà oggi richiede con forza altri livelli formativi, i percorsi di studio lineari sono al tramonto”, afferma il Magnifico Rettore, sottolineando come l’ateneo si stia impegnando nell’elaborazione di sempre nuove proposte didattiche, come l’incremento dei corsi in lingua inglese, la collaborazione con numerose università straniere e le numerose offerte di studio all’estero. L’efficacia di tali sviluppi si è subito evidenziata nell’aumento delle immatricolazioni nell’ultimo anno e nel numero sempre più alto di laureati già immessi nel mondo del lavoro. Il Rettore ha poi concluso rendendo pubblica la notizia dell’acquisizione dell’edificio della vicina Caserma Garibaldi che tra qualche anno verrà integrato al complesso urbano dell’ateneo, trasferendovi tutte le sedi ad oggi sparse per Milano, distaccate dalla sede centrale.
Ha poi avuto seguito il saluto dell’Arcivescovo di Milano, il quale ha invitato tutti, studenti e non, a portare avanti un apprendimento ed un insegnamento che mirino non solo all’aspetto culturale ma anche a quello morale. Ci stimola in tal senso a “creare, all’interno dell’università, occasioni stabili per rielaborare l’identità dell’Università Cattolica”. L’Arcivescovo ha infine concluso rammentandoci ed incitandoci alla partecipazione a un importante appuntamento, ovvero la visita di Papa Francesco a Milano nella data del 25 marzo.
E, infine, a conclusione della cerimonia, ha preso la parola il Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, Paolo Gentiloni. Il ministro dopo aver fatto un breve excursus sugli straordinari anni della storia dell’umanità che abbiamo alle spalle, ha sinceramente affermato che oggi vi è la percezione di una mancanza di ordine mondiale accentuata dagli eventi, a detta del ministro “non proprio imprevedibili”, che hanno caratterizzato la storia degli ultimi mesi. Al fenomeno della Brexit, dell’elezione del nuovo presidente degli Stati Uniti Donald Trump, all’avvento della globalizzazione e in generale a questa totale mancanza di ordine, Gentiloni risponde senza troppi allarmismi, giudicando l’attuale situazione europea sicuramente come una delle più complesse della sua storia, ma affermando che “più che preoccupata l’Europa deve essere occupata nel proprio rafforzamento, perché essere preoccupati non credo ci porterebbe lontano” – e aggiunge – “se noi europei vogliamo mantenere un significato nel mondo possiamo farlo solo uniti”. Secondo l’opinione del ministro infatti, anche dopo la Brexit e dopo l’elezione di Trump, l’Unione Europea ha continuato a dare segnali positivi, proseguendo a piccoli passi verso la crescita. Quali saranno i reali sviluppi a livello mondiale è difficile prevedere, comunque, a detta di Gentiloni, l’unica cosa da fare è intravedere in tali avvenimenti la spinta per andare avanti e fare meglio. Concentrandosi poi direttamente sull’Italia, si sposta sul tema immigrazione, lodando il buon lavoro dell’Italia nonostante i mancati ausili europei. Così conclude il ministro, delineando un’Italia forte, presente, ambiziosa a livello europeo e, si augura, sempre meno preoccupata.
A cura di Rossella Savojardo
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