La vittoria della generazione Bataclan

La riapertura del Bataclan, a un anno esatto da uno degli attentati più sconvolgenti della storia d’Europa, ha rappresentato un momento fondamentale per un paese come la Francia. Dopo la notte del 13 novembre dell’anno scorso, nulla Oltralpe è più stato come prima. Ora, un anno dopo, nel contesto di una campagna presidenziale all’ultimo sangue che vede contrapporsi un centrodestra rinnovato, una destra estrema e antieuropeista e un centrosinistra alla ricerca di un candidato e di nuovi contenuti, Parigi è una capitale ferita.

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Quella che per anni è stato il centro della cultura europea e occidentale vive oggi scommettendo sul suo futuro. Proprio così. Nonostante tutto, loro al futuro ci credono ancora. Credono in una Francia libera dalla paura ed è per questo che si sono dati un termine entro il quale Parigi dovrà tornare a splendere come e più di prima. Parigi, infatti, è ad oggi la candidata favorita per le Olimpiadi del 2024, con un progetto tutto incentrato sul tema del sogno. Una candidatura concreta, i cui cantieri, a proposito di scommesse, sono già stati aperti.

L’attentato del Bataclan ha dunque rappresentato un punto di non ritorno nella storia recente di Francia. Quella notte non è stato attaccato solo un teatro, ma un intero modo di vivere e di pensare. In uno stato che ha impiegato secoli per fare della libertà la sua bandiera. Il terrorismo islamico il 13 novembre del 2015 ha dimostrato che nessun luogo è veramente sicuro. Neanche un luogo di cultura e divertimento nella patria della libertà. È evidente che questo non è bastato a scalfire l’orgoglio e la forza del popolo francese. Ne è la prova il video (ormai simbolo di un’epoca) dell’evacuazione dello Stade de France di quella notte. Centinaia di persone che escono a testa alta, tenendosi per mano, cantando la Marsigliese.

Probabilmente con quel canto i Francesi hanno sconfitto l’ISIS mille volte. Tuttavia, non bastava per far sapere al mondo che la Francia è sopravvissuta. C’era bisogno che la musica tornasse a risuonare tra le mura del Bataclan. E lo ha fatto. Le note di Sting hanno vendicato la cosiddetta “generazione Bataclan”, mostrando che ci vuole ben altro per uccidere la voglia di vita e libertà della Francia. La forza di questo paese sta proprio nelle sue cicatrici. Sta nel fatto di aver superato attentati, colpi di stato, dittature (illuminate o meno). Sta nel fatto che il popolo francese ha sempre trovato in sé stesso la determinazione per rialzarsi. E anche questa volta ha dato al mondo un’indimenticabile lezione di coraggio.

A cura di Giulia Iacovelli

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