Viaggi multimediali nell’arte

Art experience, che cosa significa comunicare nel nuovo sistema dell’esperienza multimediale.
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Recentemente ci siamo viste proporre un genere di fruizione dell’opera d’arte ‘‘diverso’’, che auspica di introdurre un rapporto innovativo con l’opera stessa, ormai consapevole della possibilità di avvalersi delle potenzialità sempre più vaste delle nuove tecnologie.

Il visitatore si fa spettatore e vive la piena possibilità di rimanere coinvolto dallo spazio dell’opera. Questo esercizio di consapevolezza dell’arte consente di sentirsi accompagnati in un percorso che non consta più di sole immagini, ma si fa ricco di musiche, attese, suoni ed emozioni che impegnano i sensi a 360 gradi.

Il medium digitale ci consente di far convergere più linguaggi, pur rimanendo consapevoli del fatto che concretamente un rapporto diretto con l’opera non può essere instaurabile tramite questa modalità.

 

Attraverso l’universo di Klimt…

La Klimt Experience (Milano, Mudec, 26.07.17 / 07.01.18) raccoglie i paesaggi e le sensazioni della vita di Gustav Klimt, i personaggi che ne hanno fatto parte e che vi hanno lasciato un segno, nel clima della Vienna secessionista di fine ’800 – inizi ’900. La rappresentazione è multimediale e pienamente immersiva.

È stata curata da Crossmedia Group (in collaborazione con Sergio Risaliti, per l’aspetto della consulenza scientifica) e prodotta da 24 ORE Cultura.

L’obiettivo è evidentemente anticipare le celebrazioni per il centenario della morte dell’artista, che sarà festeggiato a Vienna nel 2018 dai principali musei della città.

 È ben noto ideale dei secessionisti, il mito dell’opera d’arte totale, che inglobi accanto alla pittura anche la musica e il teatro. Klimt e il suo entourage dimostrano un innovativo bisogno di continue riletture ed impressioni. Questo aspetto non può emergere appieno da opere popolari come Il bacio, l’Albero della vita e Giuditta, ed è proprio a questo aspetto che l’esperienza multimediale aspira a rispondere. Le 700 immagini selezionate, che si estendono dal pavimento al soffitto, esplorano il mondo simbolico dell’autore, ne enfatizzano i punti salienti per mezzo di ingrandimenti, ne sviluppano il contesto storico tramite foto d’epoca e ricostruzioni 3D e ne accompagnano l’emozionalità attraverso le musiche di Strauss, Mozart, Wagner, Lehár, Beethoven, Bach, Orff e Webern.

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…fino ai sentimenti di Van Gogh

Insegue i medesimi presupposti, ma con effetti sorprendentemente peculiari, la Van Gogh Alive Experience (Bologna, ex Chiesa di San Mattia, 04.05.17 / 06.11.17).

Prodotta da Grande Exhibitions e Ninetynine, vede più di 3000 immagini proiettate sulle colonne, sulle pareti e sugli schermi giganti predisposti ad hoc, il tutto sincronizzato con una colonna sonora estremamente potente, composta delle musiche di Vivaldi, Ledbury, Tobin, Lalo, Barber, Schubert, Satie, Godard, Bach, Chabrier, Satie, Saint-Saëns, Godard, Handel.

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Ci si concentra sul periodo di produzione che va dagli anni ’80 agli anni ’90 del ’900, nel tentativo di interpretare i pensieri e le emozioni dei viaggi tra Parigi, Arles, Saint-Rémy e Auvers-sur-Oise, i luoghi che ispirarono la creazione di capolavori universali.

Ed è in questo modo che è possibile afferrare la validità concettuale di questa nuova modalità espositiva. La visione di una galleria museale ha in sé la quiete dell’osservatore paziente, mentre un’esperienza virtuale consente in modo immediato e suggestivo di cogliere tecnica, colore, passione e intenti dell’autore.

 

A cura di Luisa Anna Mele 

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