Quando si pensa alla ‘femminilità’, la mente, in modo quasi automatico ed inconscio, rimanda ad un’immagine di bellezza raffinata, caratterizzata da grazia unita a compostezza, da una mitezza ed un’eleganza tali da pensare quasi ad un’idea sublime di perfezione.
Frida Kahlo (1907 – 1954) non è niente di tutto ciò. La pittrice messicana è ricordata per il suo mono sopracciglio, per la sua storia di amore tanto travagliata quanto sconvolgente, e per la grande sofferenza fisica a cui è stata sottoposta in vita. Frida Kahlo non è solo questo, rappresenta anche uno dei più grandi simboli di emancipazione femminile, di affermazione dei propri ideali e della propria personalità. Nella società odierna, continuamente in cerca della perfezione, il grande “successo” di Frida Kahlo come può essere possibile? Per comprenderlo può essere utile la mostra “Oltre il mito” che espone al MUDEC di Milano tutte le opere provenienti dal Museo Dolores Olmedo di Città del Messico e dalla Jacques and Natasha Gelman Collection, le due più importanti e ampie collezioni di Frida Kahlo al mondo.
La mostra si sviluppa in quattro grandi sezioni che illustrano i temi più trattati dalla stessa pittrice: DONNA, TERRA, POLITICA, DOLORE.
Frida ribalta completamente l’ideale femminile di donna, mostrando quello che viene definito “un fascino particolare”. La pittrice sostiene di essere la persona che maggiormente conosce, per cui, rompendo schemi e standard tradizionali, preferisce esprimersi attraverso l’autoritratto, in grado di trasmetterne la forte personalità. Frida inoltre, è stata una delle prime donne a mostrare con impeto la propria sessualità, tema assai raro per l’epoca.
Ricorrente nelle opere della pittrice è il richiamo alla scena politica e culturale messicana, all’interno della quale la donna si è contraddistinta per il suo spirito indipendente caratterizzato da una riluttanza contro ogni convenzione sociale. La pittrice si sentiva profondamente figlia della rivoluzione messicana avvenuta nel 1910.
Infine, la mostra presenta il tema del “dolore”. Frida Kahlo affermava di aver avuto due grandi incidenti nella propria vita: un grave scontro in tram e l’incontro con Diego Rivera. A causa del primo, nel quale le si spezzò la colonna vertebrale, la pittrice è stata costretta a sottoporsi a 32 operazioni chirurgiche e ad una grande sofferenza fisica che l’ha accompagnata poi, per tutta la vita. Nella mostra, in particolare, sono presenti le foto del bagno di Frida Kahlo, in cui erano presenti tutti gli strumenti a lei necessari per poter camminare, e dal quale traspare la grande difficoltà riscontrata nella vita quotidiana della donna.
L’amore per Diego Riviera, illustre pittore dell’epoca e marito di Frida Kahlo, è presentato come fonte di grande sofferenza a causa della relazione assai travagliata e caratterizzata da numerosi tradimenti, uno dei quali con la sorella della donna. All’interno della mostra, è presente anche un video di Diego e Frida, sotto le note della canzone “Diego ed Io”, composta dal cantautore italiano Brunori Sas, affascinato dalla storia della pittrice.
L’etichetta di un’arte surrealista è stata applicata a Frida Kahlo numerose volte, ma la donna, come nell’arte così nella vita, non si è mai voluta definire all’interno di uno schema preciso, piuttosto ha sempre preferito illustrare la sua interiorità attraverso un proprio simbolismo.
Frida Kahlo è stata la prima donna latinoamericana ritratta su un francobollo degli Stati Uniti nel 2001, e la sua vita è ancora oggi raccontata da artisti e cantanti, e illustrata in numerosi documentari e film.
Ci si continua ad interrogare sulla grande influenza culturale di questa pittrice nella storia; i fattori caratterizzanti il suo fascino sono innumerevoli quanto soggettivi, così da risultare impossibile trovarli tutti. D’altra parte, però, in una società permeata da stereotipi di bellezza e progresso, l’arte di Frida Kahlo rappresenta una via di fuga non di facile comprensione, così dopo aver assistito alla mostra si esce interrogandosi sul significato del dolore, della politica, dell’amore e della stessa vita, per poi arrivare ad una verità espressa dalla stessa artista, che ha affermato:
“Ogni tic-tac è un secondo della vita che passa, fugge e non si ripete. E in essa c’è tanta intensità e interesse che il problema è solo saperla vivere”.
A cura di MariaChiara Basilici
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