McCurry: tra vulnerabilità e realismo

Al museo delle culture di Milano nasce per la prima volta il MUDEC Photo, uno spazio espositivo del museo dedicato alla fotografia d’autore, inaugurato con la mostra “Animals”, che vede la collaborazione di Steve McCurry e della curatrice Biba Giacchetti. Il progetto prende vita nel 1992, quando il fotografo documentò il disastroso impatto ambientale prodotto dalla guerra del Golfo. In quell’occasione, McCurry catturò alcune delle sue immagini più iconiche, come quella risalente alla fine della prima guerra del Golfo, che ritrae dei cammelli che attraversano i pozzi di petrolio su un fondale infuocato. La foto vinse il primo premio della Children Jury del World Press Photo Contest per essere stata individuata da bambini di tutto il mondo come il monito sui rischi che l’uomo arreca al futuro del pianeta.  

 

 

McCurry ha sempre focalizzato i propri progetti sui soggetti più vulnerabili, come la condizione dei bambini e dei civili nelle zone di guerra. Ha inoltre documentato le etnie in via di estinzione e gli effetti delle catastrofi naturali, come nel caso di Porbandar, un’immagine appartenente a Monsoon, il primo volume dedicato da Steve McCurry all’impatto dei monsoni nel sud-est asiatico.  

 

 

Durante tutta la sua carriera il fotografo ha sempre dimostrato grande interesse nei confronti degli animali con lo sguardo di chi ne riconosce l’immenso valore tanto per chi ne fa impiego nel lavoro, come chi li considera compagni di  vita.

Nonostante i visitatori siano liberi di percorrere la mostra a loro piacimento, si può tracciare un’invisibile mappa su tre registri emozionali in cui si alternano immagini più tese ad altre più lievi, più positive: alle immagini più forti che raffigurano la natura che scatena la propria forza e modifica il territorio, si alternano immagini di animali che raccontano storie di umana sopravvivenza. È possibile scovare, da ultimo, molte piccole storie simpatiche, poetiche o ironiche, ritraenti animali orgogliosamente in posa al fianco dei loro padroni: un cane tinto di rosa a Hollywood, l’agnellino sulle spalle di un ragazzo, l’immagine di un ragazzino con un elefante in un centro di ripopolamento thailandese, all’apparenza in una posa amichevole. È l’immaginazione dell’osservatore a dare vita alla storia colta da McCurry, non sempre ciò che crediamo di vedere avviene realmente: è la magia della fotografia.   

 

 

Lo scopo del fotografo è quello di guidarci in un viaggio globale alla scoperta della connessione tra noi e il mondo animale, mettendo in luce, da una parte i legami emotivi, e dall’altra le conseguenze del coinvolgimento dell’uomo e dell’ambiente naturale. Sebbene le sue immagini siano senza tempo, egli sembra provare nostalgia per un mondo in continua e pericolosa trasformazione che lui può solo documentare. La curatrice della mostra Biba Giacchetti ne illustra così l’essenza: “Animals ci invita a riflettere sul fatto che non siamo soli in questo mondo, in mezzo a tutte le creature viventi attorno a noi. Ma soprattutto lascia ai visitatori un messaggio: ossia che, sebbene essere umani e animali condividano la medesima terra, solo noi umani abbiamo il potere necessario per difendere e salvare il pianeta”.

Di Caterina Graziadei

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