“L’unica gioia al mondo è cominciare. È bello vivere perché vivere è cominciare, sempre, ad ogni istante.”
Così Cesare Pavese dà voce al più ancestrale tra gli impulsi umani: dare nuova vita, nuovo valore a ciò che ci circonda; in una parola, ricominciare.
Si tratta di una necessità insita nella nostra stessa natura di uomini, che ci vede costantemente tesi verso qualcosa che va oltre, in un divenire incessante e inesorabile, nel mezzo del quale viene spontaneo chiedersi da dove si cominci per ripartire davvero.
La letteratura di ogni tempo si carica di “trite parole” che fatica a sviscerare, perché di queste è pregna la vita di ogni uomo.
Quante volte avete letto la parola “ricominciare”?
La maggior parte degli autori vi fa riferimento per descrivereun bisogno intrinseco:
“E senti allora, se pure ti ripetono che puoi fermarti a mezza via o in alto mare, che non c’è sosta per noi, ma strada, ancora strada, e che il cammino è sempre da ricominciare.”
Montale scrive della vita come di
“una fiumana che non ha ripe nè sfocio
e va per sempre,
e sta infinitamente”
in cui, di continuo, siamo chiamati a riprendere il cammino, come pungolati dal bisogno di trovare “strada, ancora strada”.
Dal principio di questo anno accademico, ricominciamo a scrivere di quanto ci stimola e ci interessa, di ciò che – semplicemente – ci circonda per affrontarlo con consapevolezza, di tutto quanto ci sta a cuore, perché crediamo che questo sia il pungolo che ci spinge a cercare “strada, ancora strada”.
Anche questo, come ogni nuovo inizio, ci sembra più nostro che mai. È come se lo avessimo atteso da sempre: incalziamo il cammino entusiasti, immaginiamo quando, terminato l’anno, ci guarderemo indietro soddisfatti.
Sappiamo, tuttavia, che tra l’entusiasmo della partenza e l’appagamento del traguardo c’è tutto il resto;
ci sono la fatica e il disincanto,
ci sono le pagine bianche e i giorni senza idee,
ci sono il tempo perso e le soste che non sappiamo bene perché ci siano state.
C’è tutto questo e, per noi, va bene così.
E, per noi, la fatica, il disincanto e le pagine bianche sono il motivo per andare, ancora e ancora, per cercare l’energia, la meraviglia e i fogli traboccanti di caratteri, perché lungo il cammino troveremo entrambi.
Ma si tratta solo di non sostare, di guardare sempre la strada con il nostro sguardo migliore.
A cura di Angela Macheda ed Elena Cafagna
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