La scorsa domenica, il Papa, all’Angelus, ha proposto per oggi a mezzogiorno la recita del Padre nostro da parte di tutti i cristiani, anche quelli delle altre confessioni. Tutto il mondo che freme si è fermato un istante per pronunciare la preghiera di Gesù, la quale – diceva il nostro antico Rettore Giuseppe Lazzati – è “il battito cardiaco delle nostre giornate”.
Suggerisco, o dal Marianum o da casa, di sentirci uniti tra di noi,ma pure con tutte le Chiese sparse nel mondo, e di rispondere a questo accorato invito. Oggi è infatti a la festa dell’Annunciazione e il nostro Collegio è intitolato a questa ragazza, Maria, Vergine e Madre, stupenda donna credente che scioglie i nodi e rende tutto più semplice. E’ il giorno in cui cielo e terra si incontrano. Lei è la vera casa di Dio, Lei, “Figlia del suo Figlio, termine fisso d’eterno consiglio” (Dante), Lei che porta in sé Colui dal quale è portata. Fra nove mesi come oggi sarà Natale, e qui mi sovviene una citazione artistica: Don Lorenzo Perosi, nella sua cristologia musicale, non poteva non rivestire di melodia la frase del Vangelo di Giovanni “E il Verbo si è fatto carne e venne ad abitare in mezzo a noi”; ebbene, questa frase la colloca, affidandola al coro (che rappresenta lo stupore dell’umanità) non quando nasce Gesù, non davanti al presepio, ma appena Maria, con il suo sì, diventa creatura espropriata dai diritti di Dio.
Nella nostra cappella avevamo scelto la statua di Maria incinta, quasi per ricordarci che il suo corpo è come una tenda che si inarca quando nel deserto soffia il vento. “Attendere è l’infinito del verbo amare” (don Tonino Bello). Provocazione alla speranza: l’universo si concentra in un punto e questo punto è il grembo di Maria. L'”irruzione” di Dio avviene in una casa, senza scenario, nella quotidianità, come appunto le umili pareti di Nazaret, paese sconosciuto e senza importanza: lì vien pronunciata la prima “Ave Maria” della storia. “Gioisci, ricolma di grazia, non temere”, afferma la nota pagina evangelica di oggi.
Sembra un urto collocare tali espressioni in queste settimane, ma non sono parole nostre e quindi le accogliamo volentieri, come Lei le accolse: il suo “sì” di Maria la renderà – come afferma il Concilio – “pellegrina nella fede”, fino alla croce, fino all’attesa dello Spirito. Come non pensare alla sua maternità in questi giorni strizzati? “Madre della Chiesa”, intercedi per noi.
A cura di Don Giorgio Begni
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