Cursi è un piccolo comune in provincia di Lecce. Il nome deriva dal latino cursor, termine con cui si indica il plico di lettere: lo stemma del paese, infatti, raffigura un corriere romano con delle lettere in mano. Il territorio, tuttavia, era già abitato nei secoli precedenti, come testimoniano i menhir “Croce di Bagnolo” e “Croce delle tagliate”.
Cursi è nota nel Salento per suo il santuario dedicato alla Madonna dell’Abbondanza, alla quale i cittadini del paese sono molto devoti. Il santuario fu costruito, a seguito di un miracolo che avvenne nel 1640, sui resti di una piccola cappella intitolata aSanta Maria del Melito. Non pioveva da nove mesi, i campi erano aridi, gli animali affamati e la popolazione disperata. Si narra che, una mattina di aprile, Biagio Natali, tornando a casa, non trovò le sue vacche. Le cercò ovunque senza successo, quando, in viaggio verso Muro Leccese, venne investito da una luce che gli andò incontro assumendo le sembianze di una donna: si trattava della Madonna con in braccio un bambino. Secondo la tradizione, Maria gli rivolse queste parole: “Alzati, non aver paura. Sono la Regina del Cielo. Prenderò Cursi sotto la mia protezione e ve ne darò subito un segno. Va’, dì al Parroco che col popolo venga qui in processione. In questo luogo voi mi costruirete un Tempio e io vi porrò la mia dimora: resterò sempre con voi”. Biagio corse subito dal parroco, che aveva avuto la stessa apparizione. Nei tre giorni seguenti piovve incessantemente e i raccolti furono abbondanti. Per questo motivo in quel luogo fu costruito il Santuario della Madonna dell’Abbondanza. L’immagine miracolosa della Madonna con il Bambino è ancora oggi conservata in una nicchia al centro dell’altare.
Un secondo miracolo avvenne nel 1708, durante un terribile temporale a seguito del quale il santuario bruciò. Durante questa tempesta, il giovane Angelo Macchia si rifugiò nel santuario invocando la Vergine affinché lo salvasse. La Madonna apparve nuovamente, lo prese per mano e, proteggendolo, lo invitò a uscire dal santuario per poi scomparire. In seguito, Angelo Macchia decise di consacrare la sua vita alla Chiesa divenendo sacerdote. Secondo l’interpretazione comune, la Madonna aveva agito da parafulmine: tutta la popolazione si salvò, ma il santuario fu completamente distrutto. I cursiati si impegnarono nella costruzione di un santuario ancora più maestoso, che è rimasto intatto fino ad oggi.
Esso presenta una pianta a croce greca sormontata da un tamburo circolare e coperta da una cupola; la facciata esterna, sobria e quasi priva di ornamenti, si contrappone alla decorazione interna. L’altare, in stile barocco, è abbellito da grappoli d’uva, spighe di grano e ogni genere di frutto, simboli che ricordano la Madonna; sui lati dell’ingresso principale vi sono due grandi tele che raffigurano i miracoli e sul pavimento sono riportate iscrizioni simboliche.
A cura di Claudia Moscara
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