Persepolis intreccia il racconto della storia contemporanea dell’Iran e quella di tanti giovani che vivono gli anni della Rivoluzione iraniana e poi della guerra con l’Iraq.
Tratto dall’omonima autobiografia a fumetti, il film “Pesepolis” porta le firme di Marjane Satrapi e Vincent Paronnaud.
La regista, scrittrice e protagonista della storia, nella sua giovanetrasposizione è alle prese con i cambiamenti politici che investono l’Iran. La trama non manca di raccontare i momenti più bui della storia del paese ai tempi dello Scià, dell’inflessibile regime integralista di Khomeini e degli ayatollah, analizzando, oltre ai cambiamenti storici, i mutamenti culturali che invadono l’Iran di quegli anni e che influenzeranno il Paese anche in tempi più moderni.
Particolare attenzione viene posta riguardo alla relazione con l’occidente e, nello specifico, all’apertura al consumismo europeo, di cui la protagonista fa esperienza diretta durante il suo viaggio a Vienna. Tale atteggiamento, reso possibile durante il regime dello Scià, fu ostacolato dalle leggi della shari’a, imposte dall’ayatollah Khomeini.
Tra le immagini cartoonizzate e l’elegante bianco e nero alternato a poche sequenze a colori, si celano i traumi piccoli e grandi, la crescita fisica, intellettuale e morale della piccola Marjane. È in questo contesto di cambiamento che traspaiono le debolezze di un sistema che nei confronti delle persone, e, in particolar modo,delle donne, si eleva a giudice supremo rispetto a ciò che è giusto e ciò che è sbagliato fare.
Emerge nitidamente nel film la capacità del regime di lasciarpermeare una violenza fisica e psicologica che aliena la figura della donna riducendola ad un oggetto omologato.
Tale aspetto induce a riflettere sul fatto che, anche nel sistemaoccidentale, l’ignoranza e l’indifferenza possano fare lo stesso nei confronti del diverso. E a noi, dunque, non rimane che da soffermarci sull’importanza della nostra libertà, in quanto persone e in quanto donne.
A cura di Cristina Cimino
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