Quanto è bello, l’uomo quando è bello.
La riflessione di oggi, in apertura del triduo pasquale, analizza il vangelo della resurrezione di Lazzaro.
Questo Vangelo, afferma Don Roberto, è un piccolo momento di cristallina bellezza che Gesù, e noi come lui, si è portato nel cuore durante tutta la Passione e, per questo, ha il sapore di una dolcissima tregua prima della battaglia contro la morte.
Le lacrime sono la rappresentazione della genuina ed autentica condivisione umana del dolore e ci mostrano come anche Gesù, poiché appartiene al mondo, ha bisogno di sentire un’eco delle sue intenzioni per poterle compiere. In questo caso l’eco è rappresentata dalle lacrime e dalla commozione dei Giudei ed è questo pianto condiviso che fa risuonare e rinnova le volontà di Gesù.
Lo stesso puro e triste sentimento lo stiamo sperimentando in questi giorni, ma questa perla preziosa dell’uomo, che ha la forma di un profumo (come il profumo di Maria di Betania), non nasce dal male ma dalla grande virtù umana che è la pietas, la virtù di patire per la sofferenza dell’altro che ci fa esclamare com’è bello l’uomo, quando è bello.
Allora approcciamoci a questa Pasqua con questi genuini sprazzi di cielo nel cuore e non lasciamoci rubare quei momenti di bellezza che, nonostante tutto, l’umano ci regala.
Gv 11, 1-45
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