Itinerari di Pasqua – Passione e morte di Gesù

“Non ha apparenza né bellezza per attirare i nostri sguardi, non splendore per poterci piacere” scrive il profeta Isaia preannunciando il sacrificio di Gesù.

In effetti, nessuno considererebbe bello un uomo torturato e sanguinante appeso ad una croce. Eppure, Diego Velázquez è riuscito a conferire al suo “Cristo Crocifisso” un’incredibile bellezza, rappresentando il corpo di Gesù secondo le proporzioni classiche e inducendoci, attraverso il contrasto con lo sfondo nero, a concentrarci esclusivamente su di lui.

Il momento rappresentato è, in particolare, quello appena successivo alla sua morte, quando “consegnò lo spirito”. La testa è reclinata sul petto, una parte del viso nascosta dai capelli.

Dietro la croce, tutto è buio, nero, niente rispetto alla luce di chi sacrifica sé stesso per l’umanità. È proprio questo, il dono gratuito di sé, che rende possibile esprimere la Bellezza anche nella rappresentazione di una morte. È la rappresentazione di un amore gratuito, puro, inconcepibile. Bello, appunto.

Lo sfondo nero, che svincola il crocifisso da ogni collocazione paesaggistica e temporale, rende possibile che il dipinto ci interpelli personalmente, secoli dopo la sua realizzazione e due millenni dopo l’evento che riproduce.

I contorni tracciati da Velázquez tra il crocifisso e la tenebra sono netti, decisi. Questa demarcazione pare ricordarci che, allo stesso modo, è necessario rendere chiara, giorno dopo giorno e conconsapevolezza, la nostra scelta tra la Luce e il Buio, che proprio la Croce ci insegna a distinguere.

Papa Francesco, durante l’omelia della Domenica delle Palme appena trascorsa, ha ripetuto due volte, come se una sola non rendesse giustizia all’importanza del concetto, l’invito, rivolto in particolare ai giovani, a “dire sì all’amore, senza se e senza ma”.

Quante volte diventiamo calcolatori nell’amare, ponendo condizioni e pretendendo un ritorno, intrappolati in un “do ut des” che sa di contratto, ovvero quanto di più lontano ci possa essere dall’amore.

C’è invece qualche calcolo dei costi e dei benefici nell’amare da morire rappresentato dal “Cristo Crocifisso”?

Non si vede nessun “ma”, nessun “se” in questa croce, Gesù li ha lasciati indietro, in mezzo a quel buio che Velázquez fa magistralmente contrastare con la Luce e la Bellezza autentiche, proprie solo di un amore che dà tutto.

 

A cura di Maria Frigo

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