Momento

Martedì 31 marzo 2020

Sveglia, ore 7:30.

Ti alzi, confabulando qualcosa di incomprensibile anche per te stessa, infili gli abiti preparati alle 22:25 della sera precedente, lavi i denti, il viso, un po’ di fondotinta, mascara, un paio di orecchini, sciarpa, mela per lo spuntino delle 10:30.

Apri la porta della camera, chiudi a chiave consapevole che, se sarai fortunata, la riaprirai tra dodici ore.

Scendi le scale, entri in mensa, “un cappuccino grazie”, prendi il pane, ti siedi, “Buongiorno, ragazze”, guardi l’orologio, sono le 8.30, “Sono ritardo, scusatemi, scappo”, corri in aula G110.

Treccani stima che il nostro patrimonio lessicale sia composto da circa 470mila vocaboli; mediamente un uomo ne usa solamente 2000 e, tra i dieci più utilizzati, vi è il termine “momento”.

Eraclito diceva che “tutto scorre”: lo studiamo, lo scriviamo nelle didascalie dei nostri post su Instagram, ma non lo capiamo. Passiamo le nostre giornate a progettare il futuro, arricchendo il curriculum vitae con la paura che da un momento all’altro possa accadere qualcosa per cui il mondo si dimenticherà di noi.

A dispetto di tutti i libri che leggiamo, degli esami che sosteniamo, non riusciamo a comprendere che le uniche persone che si ricorderanno di noi saranno coloro che amiamo, con cui abbiamo passato piccoli, ma sensazionali, momenti di felicità. La nostra storia sarà scritta grazie al caso, grazie ai nostri errori, grazie alle nostre relazioni.

Pensate alle protagoniste di tanti aperitivi: le patatine. Un giorno al Moons Lake House, sul lago di Saratoga nello Stato di New York, un cliente troppo esigente restituì al cameriere per ben tre volte un piatto di patate che considerava immangiabili. Lo chef, Crum, fortemente irritato, tagliò le patate a fettine sottilissime in modo che, dopo averle fritte, fossero tanto dureda non poter essere infilzate con la forchetta e le servì al cliente aggiungendo moltissimo sale.

Con grande sorpresa del cuoco, tuttavia, il cliente apprezzò molto e divorò la pietanza. Crum provò a riproporre le sue chips  alla clientela e, in breve, il ristorante divenne famosissimo. A causa di uno sbaglio, a causa di un momento, Crum rimase nella storia.  

A volte la felicità può essere casuale, momentanea, ma,soprattutto, semplice. A volte il momento giusto, la persona giusta sono nel posto a cui non avevi pensato, nell’istante che non avevi progettato e magari proprio a causa di ciò, non riuscirai a costruire quello a cui hai sempre aspirato.

Ma il momento in cui hai provato un sentimento, in cui il cuore ha iniziato a battere più forte, il respiro è diventato affannoso, in cui hai sentito un brivido lungo il braccio, non lo dimenticherai mai, perché è proprio quel momento che corrisponde al significato di vivere.

A volte la semplicità può essere la soluzione a molti problemi che nascono a seguito di enormi incomprensioni. Il nocciolo della questione sta nel comprendere il vero significato di semplicità, perché nessun docente lo spiegherà in aula G110.

Senza cercare troppo lontano, possiamo “farci raccontare un po’ di vita” dal vecchio album fotografico dei nonni, dove le rovinate, grigie, e ruvide foto ci mostrano figure vere, con tanta felicità e leggerezza che a causa della frenesia, delle aspettative e della brama di tutti i giorni stiamo, forse,perdendo di vista.

Come l’orizzonte del mare in un’afosa giornata estiva.

A cura ​​​​​​​​​di Sofia Cecchet

Comincia la discussione

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *