LA SPIEGAZIONE ARISTOTELICA DELLE DIFFICOLTÀ DELL’UOMO DI OGGI

È indubbio che la filosofia aristotelica sia sempre stata lungimirante. Aristotele è riuscito a rivolgere all’uomo uno sguardo accorto, capace di coglierne e di svelarne aspetti intrinseci, veri, cosi profondamente autentici da essere destinati a diventare sempiterni.

È proprio in virtù di questo carattere che il suo pensiero risulta quanto mai attuale.

Elemento fondante del trattato Politica è la concezione dell’uomo come animale politico, il cosiddetto ζώον πολιτικών, l’unico essere dotato di logos, termine da intendersi con la duplice accezione di parola e di ragione, che però si coniugano in un carattere comune che è la capacità di entrare in relazione con gli altri.

La ragione diviene la conditio sine qua non delle aggregazioni sociali, del vivere in comunità, unici contesti in cui l’essenza umana può esplicarsi pienamente. In quest’ottica l’uomo aristotelico è anche animale innatamente sociale, incapace di vivere isolato e portato a realizzarsi nelle relazioni, tant’è che afferma lui stesso all’interno dell’opera: “ L’uomo è per natura un animale sociale. Perciò gli uomini desiderano vivere insieme agli altri, anche quando non hanno bisogno di aiuto reciproco”.

Una concezione acuta e sagace quella del filosofo greco che risulta quanto mai attuale. In un contesto drammatico come quello odierno, ecco che appare un uomo che, per causa di forza maggiore, viene meno alla sua ragion dessere. Un uomo limitato, messo al confino dallistanza primaria di interazione, costretto a sussistere con se stesso e impossibilitato a vivere di ciò che quotidianamente lo nutre: le relazioni.

Un sacrifico ingente ma che appare assolutamente sensato alla luce di un altro principio cardine dellEtica Nicomachea: il bene comune. Bene che è nel contempo il fondamento e il fine per cui vengono costituite le aggregazioni sociali e che si identifica nel perseguimento della Virtù.

Lo storico Salvatore Settis a proposito di tale concetto afferma: Bene comune vuol dire coltivareuna visione lungimirante, vuol dire investire sul futuro, vuol dire preoccuparsi della comunità dei cittadini, vuol dire anteporre l’interesse a lungo termine di tutti allimmediato profitto dei pochi, vuol dire prestare prioritaria attenzione ai giovani, alla loro formazione e alle loro necessità. Vuol dire anteporre leredità che dobbiamo consegnare alle generazioni future allistinto primordiale di divorare tutto e subito.

Parole che vibrano nellanima di ogni uomo, quello stesso uomo che è innamorato delle relazioni con gli altri, ma per il quale ora è necessario andare contro natura.

A cura di Laura Vischi

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