Avete mai sentito parlare di minimalismo?
Certo, il punto di partenza è cercare di disfarsi del “di più” e mantenere solida l’attenzione su ciò che è essenziale, ma il minimalismo non è solo questo, non può essere ridotto alla equivalenza per cui minimalismo è avere meno.
Si tratta di uno stile di vita variamente declinabile nella nostra esistenza, dalla pittura alla poesia, dal design alla musica, ma anche un modo di concepire lo spazio, non soltanto inteso come spazio fisico, ma anche come spazio nel suo significato metaforico di “importanza”.
Per fare spazio, secondo i minimalisti, bisognerebbe eliminare tutto ciò che è superfluo, sia con riguardo alle cose più propriamente materiali, come ad esempio la quantità di capi di abbigliamento che riempie i nostri armadi o la moltitudine di cose che non usiamo, ma anche tutte quelle attività che, in quanto superflue, ci fanno soltanto perdere tempo, denaro ed energie.
Aderire al minimalismo richiede dunque una pianificazione di riallocazione ottimale delle risorse che si focalizzi su ciò che è importante, prenda consapevolezza e scelga uno stile di vita di qualità.
Ne “Il magico potere del riordino” Marie Kondo sostiene che: “quando una persona sperimenta almeno una volta «l’ordine perfetto», prova la sensazione che la propria esistenza abbia subito una metamorfosi. In tal modo, non tornerà mai più alla situazione iniziale di disordine. Questo è ciò che chiamo: il magico potere del riordino.”
“Mettere in ordine” è un modus vivendi che consiste nel dare il giusto spazio alle cose e alle persone, come direbbe Antoine de Saint-Exupéry: “La perfezione si ottiene non quando non c’è nient’altro da aggiungere, bensì quando non c’è più nulla da togliere”
In una società come la nostra, talvolta confusa e disordinata, è utile fare spazio alle cose che contano davvero e lasciare andare per sempre tutto quello che ci annoia, che è inutile, che ci rallenta e che non ci arricchisce, solo così potremo essere padroni del nostro tempo.
A cura di Monica Meo
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