Chernobyl: ideata e scritta da Craig Mazin e diretta da Johan Renck, racconta della catastrofe e dei disastrosi effetti della più grande esplosione nucleare al mondo, di cui il 34esimo anniversario è ricorso poche settimane fa.
Era in corso un test di sicurezza nella centrale nucleare V.I. Lenin, in Ucraina. Gli ingegneri decisero egoisticamente di procedere ad una potenza ben più bassa di quella prevista dal regolamento che portò ad una condizione di forte instabilità; era necessario attuare il piano di emergenza. Troppo tardi.
Erano le ore 01:23:46 di notte del 26 aprile 1986 quando è esploso il nocciolo del reattore 4.
I primi soccorritori credevano di dover domare un incendio ma in realtà, 50 tonnellate di materiale nucleare si stava disperdendo nell’atmosfera; i loro corpi erano esposti a dosi di radiazioni ben più elevate rispetto a quelle delle bombe atomiche di Hiroshima e Nagasaki.
Le conseguenze sull’uomo e sull’ambiente furono devastanti, principalmente mutazioni genetiche, malattie alla tiroide, morte precoce, aborti e tumori che continuavano a colpire, a distanza di mesi, la popolazione dell’intera Europa.
L’allarmante contesto assume maggior rilievo dai variegati ambienti ripresi: dalla centrale nucleare agli ospedali sovraffollati, dalla cittadina evacuata ai congressi tra i capi dell’Unione Sovietica, alle altre nazioni evidenziando la diffusione di una preoccupazione scaturita da un evento che avrebbe inevitabilmente inficiato anche i paesi circostanti.
Particolare attenzione è stata riposta nel lessico, tuttavia, nonostante l’utilizzo di termini tecnici, la vicenda permette allo spettatore di calarsi negli eventi e rivivere la tragicità delle conseguenze che la popolazione Ucraina subì.
Dai cinque episodi ci aspetteremmo caos dilagante e allarmismo, ma percepiamo solo tensione e un inquietante silenzio che disturba. L’unico cenno di speranza è riposto nell’impegno degli scienziati che non sottovalutano la gravità delle circostanze, che si oppongono alle verità negate, alle menzogne, ai giochi di potere dei potenti che preferiscono nascondere che affrontare la catastrofe.
“Quando la verità è scomoda, continuiamo a mentire finché non riusciamo a ricordare persino che esiste. Ma la verità è ancora lì. Ogni bugia che pronunciamo, è un debito verso la verità. Prima o poi, quel debito viene pagato. Qual è il costo delle bugie? È così che esplode il nocciolo di un reattore RBMK.”
A cura di Chiara Arecchi
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