30 Novembre 1979. Esce l’album musicale che per sempre ha cambiato la storia della musica e non solo:“The Wall”, firmato dalla band inglese Pink Floyd. The Wall si caratterizza da subito per il forte messaggio politico, sociale ed ideologico. Ancora oggi è simbolo del superamento di confini e limiti che l’uomo stesso si pone. Muri interiori, esteriori che l’essere umano da sempre costruisce attorno a sé, mattone dopo mattone; muri che non permettono di guardare oltre l’infinito spazio, ostacoli all’armonia collettiva, paure senza spiegazione.
L’intero album racconta la storia di Pink, alter ego di Roger Waters, bassista e cantante della band, che conduce una vita alienata all’insegna di rapporti umani freddi e di mero interesse. Pink vive isolato in una bolla, chiudendosi in sé stesso. Ha perso la figura paterna da bambino ed è oppresso da una madre soffocante e iperprotettiva. A scuola ha subito soprusi e violenze, frutto di un sistema scolastico troppo rigido e severo. Ilsuo carattere solitario e i suoi traumi infantili gli rendono difficile intrattenere relazioni salde e durature, fallisce nel proprio matrimonio e, diventato una rockstar, viene inoltre utilizzato dai produttori come macchina da soldi senza umanità. Ogni dolore e delusione è “another brickin the wall”. Pink costruisce il proprio muro, diventando estraneo alla sua stessa realtà. Un muro che ciascuno di noi realizza per proteggersi dalla vastità che lo circonda.
Siamo spaventati dall’ignoto, da quello che pensiamo possa farci male, dal diverso. Quante volte abbiamo costretto noi stessi a condurre relazioni o svolgereattività che non volevamo compiere, per il semplice fatto di dover appartenere per forza a qualcosa a cui non sentivamo veramente di appartenere? Quante volte ci siamo isolati dal mondo per paura di sbagliare, di sembrare diversi o strani agli occhi degli altri? Quante volte abbiamo sentito la paura costante degli altri esseri umani? La paura del giudizio, del confronto, del contatto? Impariamo a pensare prima di agire, a comprendere l’altro, a guardare il mondo con occhi nuovi, a non avere paura, a rispettare sempre cose e persone, a comportarci nel modo in cui vorremmo essere trattati dagli altri, ad essere aperti al dialogo pacifico e costruttivo. Solo così non esisteranno più muri da dover abbattere.
L’ album è associato alla caduta del muro di Berlino del 9 novembre 1989, la fine della Guerra Fredda. Utilizzato nel 1980 come inno del movimento di protesta in Sudafrica contro le discriminazioni razziali, l’album fa da scenario a controversie e disparità che da sempre intercorrono nella società, barriere di pregiudizi socialitra coppie bipartite: uomo e donna, ricco e povero, nero e bianco, aspetti che non si basano su alcun fondamento logico-razionale. The Wall è manifesto di lotta contro ingiustizia, ignoranza, chiusura mentale. Si vuole denunciare la massificazione giovanile, la rigidità del sistema scolastico, la manipolazione mentale, l’abuso di potere delle istituzioni. Si pensi a Stefano Cucchi, ucciso da chi doveva proteggerlo e a quanti altri uomini e donne trattati come bestie da macello. Si deve tenere a mente che siamo tutti uguali nella nostra diversità e imperfezione. Come diceva Totò in A livella “solo la morte livella tutti”. Dopo che in vita abbiamo costruitomuri di cieca superiorità, soltanto nella morte ci accorgiamo della stupidità della disuguaglianza. Ma forse è un po’ troppo tardi aspettare la morte per aprire gli occhi?
Martin Luther King diceva: “la mia libertà finisce dove comincia la vostra”, siamo tutti anelli di una lunga collana, ciascuno stringe la mano all’altro ed è utile all’armonia e alla condivisione del mondo in cui viviamo. Il mondo è fatto di perfetta imperfezione, linfa ed essenza dell’esistenza. Non dobbiamo costruire muri inesistenti, ma andare all’avventura e alla scoperta del mondo. Questo si può fare solo insieme, ognuno nel proprio piccolo, partendo da sé stessi e dalle persone che ci circondano. In questo modo vivremo in un ambientemigliore, vario ed unico, riusciremo ad abbattere i muri dei tanti Pink racchiusi in ciascuno di noi.
A cura di Antonella Tedesco
Comincia la discussione