Ti stai sbagliando chi hai visto non è, non è Walter White

Walter White, forse non ti sei accorto, parla tedesco. O meglio, forse non proprio lui, ma  le sue azioni certamente sì. E no, non esiste doppiaggio o sottotitolatura che tenga.

La (anti)parabola del protagonista di Breaking Bad ne presenta il mutamento caratteriale e comportamentale: il fardello di dover scegliere come comportarsi tra rettitudine e ambizione è messo in scena gradualmente, man mano che il protagonista si dimostra un maestro nel razionalizzare l’imperdonabile. Come nelle ballate medioevali, anche in questa serie televisiva ad ogni azioneimperdonabile corrisponde un refrain (uguale e contrario):everything I’ve done, I did for the good of the family”, dietro questa frase Walter White, con un’argomentazione dai forti trattimachiavellici, cerca di celare tutti i suoi misfatti.

Il centro della narrazione è Walter, un uomo insoddisfatto, disposto a tutto pur di poter perseguire il proprio obiettivo. Tutto chiaro fino qui, ma dov’è il tedesco? La risposta la troviamo nellatrama, che non è tutta farina del sacco di Vince Gilligan, ideatore della serie, ma proviene parzialmente da mulini (non a vento) teutonici, più precisamente faustiani.

Chi non conosce lo scienziato assetato di conoscenza a tal punto di vendere la sua anima al diavolo? Dal monaco Spies a Goethe, passando per Marlowe e arrivando a Thomas Mann, la storia si ripete e Faust vive nella letteratura. Ma il mondo mediale non è da meno, Faust approda sotto mentite spoglie anche nelle serie tv che più appassionano… mai sentito parlare di Lucifer o, appunto, di Walter White?

Faust è l’ombra di Walter. Walter è sulle orme di Faust. Il nesso fra le due trame è evidente : Entrambi scienziati ed insegnanti. Entrambi figure molto colte, ma fortemente insoddisfatte dellapropria vita. Entrambi coinvolti in un faccia a faccia diretto con la morte: Faust a causa di un
tentativo di suicidio, Walter a causa di una diagnosi di cancro terminale ai polmoni. Entrambi accomunati dal desiderio di ottenere il massimo dal loro tempo terreno, Faust mosso dal desiderio di poter dire ad un attimo: “fermati, sei così bello” e Walter dal “good for the family” di cui sopra.

Da un lato, per poter riuscire nella sua ricerca della bellezza, Faust fa un patto con il diavolo e da quel momento  ottiene una vittoria a breve termine: felicità, successo, sapienza e l’amore di Margerete. Il diavolo ottiene però una vittoria a lungo termine: l’anima di Faust.

Dall’altro, per poter riuscire a venire incontro alle necessità della famiglia, Walter rompe la sua sfera valoriale, antepone gli interessi suoi e della sua famiglia a quelli di chiunque incroci volutamente o per fatalità il suo cammino. Walter vende la sua anima alla produzione di metanfetamina, in suo onore non solo cambia nome in Heisenberg, ma cambia anche ruolo” nella storia: da Faust diventa egli stesso un Mefistofele. Più si addentra nella spirale di menzogne e misfatti, più viene vorticosamente trascinato verso il basso, diventando da oppresso ad oppressore. La produzione ed il conseguente commercio di metanfetamina gli dà la possibilità di non essere più un everyman senza particolari stravaganze o eccezionalità, ma di divenire un vero e proprio (anti)eroe tragico, a discapito dei suoi affetti più cari.

Il refrain “Everything I did, I did for the good of the family”, allora non è altro che un contemporaneo tentativo di chiedere all’attimo fermati, sei così bello e la serie tv con cui abbiamo occupato le nostre serate, un’opera letteraria riveduta e (s)corretta.

A cura di Irene Ferrami

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