Tax the rich. Al Met Gala del 2021 Alexandria Ocasio-Cortez, una rappresentante democratica del congresso statunitense, si è presentata con questo non casuale messaggio, scritto sopra al vestito bianco. Da quel momento il tema della tassazione delle fasce più agiate della popolazione è diventato una delle questioni più discusse in una nazione, gli Stati Uniti, in cui è presente un’esacerbante divario tra i ricchi e i poveri.
Da tale urgente e spinoso problema è partita la riflessione cardine della conferenza tenuta dall’economista americano Jeffrey Sachs il 21 Ottobre 2021 presso l’Aula Magna del nostro Ateneo.
Nella società odierna la ricchezza mondiale è drasticamente aumentata rispetto a 100 anni fa trascinando con sé una terribile negazione dei diritti umani. Tale logica di accumulo di denaro, tramandata da scelte antiche, trova conseguenze devastanti, ad esempio, nella presenza contemporanea di trecento miliardi di persone che muoiono di fame e di tremila più ricchi che possono assecondare i propri capricci egoistici.
Infatti, partendo dalla fragile filosofia del welfare state statunitense, finanziato dai contributi che la popolazione versa in base al proprio reddito, ci si accorge che le aliquote di tassazione non sono più state aggiornate negli ultimi anni. Negli stessi anni si è registrato un boom di nascite di imprese che fatturano miliardi di dollari. In questo modo la categoria dei lavoratori più ricchi, dai quali si potrebbero estrapolare le risorse per costruire una società più equa, si ritrova a pagare tasse inferiori rispetto al proprio potenziale. Si perde, dunque, la possibilità di migliorare i servizi pubblici come sanità, istruzione e pensioni, che negli Stati Uniti sono lasciati a carico del singolo individuo indipendentemente dal livello di reddito. Un sistema di tassazione strutturato in maniera più progressiva potrebbe invece ridurre il divario nella società.
Sachs ricerca nel sapere antico una possibile soluzione citando Aristotele, che professava la teoria del bene comune, e la Sacra Bibbia, nella quale ogni individuo è dotato di dignità. Unendo i due principi, si può costruire un nuovo paradigma economico che tenga conto degli obiettivi di assistenza ai poveri e di rispetto del principio di uguaglianza. Inoltre, si riportano le encicliche del “Laudato sii” di Papa Francesco che mostrano la volontà di costruire un’etica globale in un modo interconnesso.
Per il prof. Sachs le politiche di transizione ecologica non partiranno né dagli Stati Uniti né dalla Cina ma dall’unione degli stati europei, che hanno la pesante responsabilità di fare da ago della bilancia tra due forme di capitalismo incentrate esclusivamente sulla logica del profitto e non sullo sfruttamento sostenibile delle risorse naturali.
A cura di Letizia Berzolla
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