L’articolo 84 della Costituzione Italiana prevede che:
«possa essere eletto Presidente della Repubblica ogni cittadino che abbia compiuto cinquanta anni di età e goda dei diritti civili e politici».
L’elezione del Presidente della Repubblica è sempre stato argomento di dibattito sia all’interno che all’esterno di Palazzo Montecitorio. Come disciplinato dall’articolo 87 della Carta Costituzionale: «É il Capo dello Stato e rappresenta l’unità nazionale», pertanto, deve possedere alcuni requisiti fondamentali, tra cui si possono annoverare, in breve, i più importanti come il sapersi spogliare di eventuali appartenenze, la capacità di gestire situazioni con imparzialità nel rispetto delle prerogative assegnategli dalla Costituzione e dimostrare autorevolezza per adempiere alle difficoltà che questo incarico comporta. Forse, la sfida più ardua e complicata del settenario.
Il Mattarella-bis è frutto di un’elezione politica molto travagliata, in quanto reduci da un periodo molto complicato non solo a livello economico, ma soprattutto anche politico; dove i partiti, incapaci di trovare accorti, non fanno altro che suscitare il malcontento popolare. Ed è forse stata questa rielezione, l’unica cosa positiva di questa recente scombussolata politica italiana. Anche noi, come Collegio Marianum, non abbiamo che potuto trattare di questo tema, che ci ha coinvolto non solo come studenti, ma come cittadini volenterosi del domani. Infatti, lo scorso 19 gennaio, con l’aiuto del professore Vincenzo Satta, docente di Dottrina dello Stato presso il nostro Ateneo, è stato organizzato un incontro aperto, al fine di capire le dinamiche che di li a pochi giorni si sarebbero verificate al Quirinale. L’occasione, oltre che ad essere stata interessante per noi studenti, ha generato un dibattito costruttivo e ricco di spunti di riflessione. Il professore ha espresso, inoltre, la sua visione generale e personale riguardo le possibili figure che avrebbero potuto ricoprire tale ruolo, ipotizzando una rosa di nomi tra cui l’attuale presidente del consiglio Mario Draghi, alcune figure femminili, per poi discutere della possibile candidatura di Silvio Berlusconi, più che improbabile, come è stato poi dimostrato, ma che però stava suscitando un po’ di preoccupazione.
Si è sempre parlato di un Mattarella bis, della possibilità di rivedere questa figura, molto istituzionale, alla guida del nostro Paese, che si è sempre dimostrata all’altezza della situazione, soprattutto davanti alla grande sfida che la pandemia ha posto alla Repubblica. È stato sicuramente un colpo di scena, un po’ inaspettato, alla luce della sua ultima occasione presidenziale di fine anno, dove sembrò lanciare, e molto probabilmente era l’intenzione, un messaggio di addio così non è stato, ancora una volta, gli elettori hanno rivoluto lui, ed il 3 febbraio, ha giurato, a tutti gli italiani, il suo rinnovato impegno verso lo Stato.
Sergio Mattarella è rieletto Presidente della Repubblica sabato 29 gennaio 2022 con 759 voti. Era un sabato anche il giorno della sua prima elezione, il 31 gennaio del 2015, e quella volta di voti ne aveva presi “solo” 665. Citando una delle sue frasi da rieletto, «È per me una nuova chiamata – inattesa – alla responsabilità; alla quale tuttavia non posso e non ho inteso sottrarmi». Il primo discorso di un Presidente della Repubblica è sempre particolarmente simbolico, un momento in cui la più alta carica dello Stato promette a se stesso e ai cittadini di adempiere al suo dovere secondo i principi e le norme della Costituzione, rinnovando il giuramento di fedeltà, come ha già fatto durante il mandato precedente.
Il discorso successivo al giuramento è durato trentotto minuti, con la costante interruzione di un Parlamento sempre in piedi ad applaudire un Presidente le cui parole sembravano quasi un costante monito, un invito per tutte le istituzioni della Repubblica a svolgere il proprio ruolo con responsabilità e dignità. Ha toccato diversi argomenti, rivolgendosi alle cittadine e ai cittadini di un paese in difficoltà, indirizzando il suo pensiero principalmente a quelle persone in difficoltà. Il primo riferimento alla pandemia all’importanza del vaccino, strumento fondamentale per la ripresa dell’Italia, invitando ancora a non abbassare la guardia, ma a resistere ancora e a comportarci degnamente.
Il suo sguardo si sposta verso l’esterno del Paese, con la crescita italiana il pil è direttamente proporzionale ad una crescita più europea «affinché divenga più efficiente e giusta», mantenendo salda l’adesione ai principi fondamentali a cui si ispirano le carte fondamentali, proponendo un dialogo reciproco e rispettoso.
Infine, per concludere, ha dedicato la sua attenzione al concetto di dignità, pronunciandolo per diciotto volte. Ricordando l’attrice Monica Vitti, lo studente Lorenzo morto durante l’alternanza scuola-lavoro e l’ex Presidente del Parlamento europeo David Sassoli.
Grazie Presidente. L’Italia ha ancora bisogno di lei. Se oggi, l’Italia ritrova quell’unità è solo intorno alla sua figura.
A cura di Claudia De Fazio
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