Pensare è crescita, pensare insieme è rinascita

È lo spirito critico a costruire il mondo. È lo spirito critico ad innalzare palazzi e ad abbattere barriere. È lo spirito critico a gettare le fondamenta della nostra identità. A determinare il cambiamento non è il potere, la vera arma di rivolta è il sapere.
Dov’è che ha origine lo spirito critico?
Sorprenderà la rivelazione per cui esso giace nella più semplice – o, considerando i tempi che corrono, dovremmo dire complessa – forma di espressione del genere umano, il dialogo. Insieme si cresce, insieme si costruisce. Nel rapporto con l’altro ha luogo la metamorfosi: da un processo di assimilazione acritica del reale, che si verifica nei primi anni di scuola, si transita, durante la crescita, in una fase di appropriazione critica. È nel mezzo di questa trasmutazione che anima e intelletto si illuminano del bagliore più candido: la verità.

Sono questi i preziosi spunti di riflessione emersi nel corso della conferenza Il complesso cantiere dell’interculturalità. Il dialogo tra i popoli: unico strumento di pace, tenuta, presso il Collegio Marianum, dall’arcivescovo di Milano Monsignor Mario Delpini, introdotta dalla direttrice del Collegio, Maria Grazia Fiorentini, e moderata dal professor Ernesto Preziosi.
La storia, asserisce l’Arcivescovo, insegna che le vicende umane sono segnate dalle persone. La carta vincente per segnare la storia di un Paese è l’amicizia. L’amicizia, intesa come associazionismo e appartenenza ad un gruppo accomunato da valori e da ideali, è il motore di un umanesimo della speranza. Se Armida Barelli, insieme ad un piccolo, ma brillante gruppo di collaboratori, non si fosse messa all’opera, non starei qui, ora, a dar forma a questo articolo.

La chiave di volta del reale si cela, dunque, nella condivisione di un bene comune. D’altra parte, ciascuno di noi è chiamato a mettere il proprio potenziale al servizio della comunità, divenendo, così, protagonista con l’altro. Dalla saggezza dell’arcivescovo traiamo, allora, un monito prezioso: ogni individuo è responsabile del proprio metro quadro. Affinché il metro quadro pulluli di fiori di mille colori, cura e costanza sono imprescindibili. La soluzione al labirinto dell’esistenza non va ricercata nelle risposte, bensì nelle domande: il solo porci delle domande è sintomo di capacità di analisi critica; il cercare delle risposte attraverso il confronto con l’altro è il sentiero da seguire per giungere alla vittoria. L’aggregazione e l’individuazione di un progetto comune – e in ciò la dimensione del collegio è significativamente privilegiata – saranno passe-partout per ogni dove. A rispondere a questa esigenza dell’interculturalità, come anche la dott.ssa Maria Grazia Fiorentini ha sottolineato in chiusura dell’incontro, è, certamente anche la Chiesa. La Chiesa favorisce la creazione di un dialogo interreligioso.

Due sono i modi per vivere tale dialogo. Il primo rimanda alla sfera della mistica. Ruolo privilegiato della religione è quello di essere comunione: essa si configura come strumento di accesso al mistero di Dio. Tale missione risulta di primaria importanza nel periodo storico che stiamo vivendo: dinanzi all’atrocità della guerra, la Chiesa si fa garante di beni, non necessariamente materiali, ma, in primo luogo, spirituali. L’uomo non necessita esclusivamente di cibo per nutrirsi e di un posto dove dormire; mezzi di sostentamento per l’uomo sono anche i momenti di condivisione e di festa. Pertanto, l’essere umano, come Monsignor Delpini ribadisce, ha bisogno, prima di ogni altra cosa, di essere accolto in quanto tale. Il secondo modo di vivere la religione è, invece, più pratico: esso consiste nella scelta da parte di uomini e donne consapevoli di unire le forze e agire per il bene della collettività. Cristallino è il messaggio di cui, al termine dell’incontro ci facciamo custodi: linfa vitale per un futuro ideale è l’aggregazione di idee, pensieri, stimoli, sogni e aspettative.

Il Professore Ernesto Preziosi conclude la conferenza donandoci la consapevolezza della preziosità degli anni che stiamo vivendo, gli anni dell’Università. Citando Papa Francesco, egli sottolinea l’importanza di compiere scelte grandi e non scelte banali. Un piccolo gruppo di persone, che compirà scelte grandi, potrà lasciare il segno in questo geoide solido che è il mondo. La somma delle vocazioni di ciascuno sarà, così, l’interruttore per un futuro di luce e di verità.

A cura di Mariachiara Grandetti

 

 

 

 

 

 

 

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