Tra cartaceo e digitale, in visita al Corriere della Sera

 

Venerdì 17 febbraio 2023, grazie a un’iniziativa della commissione Giornalino, un piccolo gruppo di collegiali ha avuto l’opportunità di visitare la sede storica del Corriere della Sera e conoscerne le origini.

Arrivate in via Solferino 26, subito siamo state accompagnate in Sala Albertini, adibita alle riunioni quotidiane tra il Direttore e i caporedattori per l’organizzazione del giornale.

Qui abbiamo respirato la storia del quotidiano, partendo dalla primissima edizione del 5 marzo 1876, passando per le più importanti stampe a colori (prima tra tutte quella del 12 settembre 2001, a seguito del crollo delle Torri Gemelle), fino alle notizie degli ultimi giorni.

Le prime pagine rivestono le pareti della Sala Albertini, il cui protagonista è però il tavolo in legno, attorno al quale si sono seduti i più importanti scrittori e giornalisti della storia, tra cui Gabriele D’Annunzio, Ada Negri e Luigi Pirandello, che proprio nella terza pagina del giornale pubblicava le sue novelle. Le loro foto si ammirano nella scalinata principale.

Vicino l’ingresso svetta un macchinario che dall’inizio fino a qualche decennio fa è stato fondamentale per la stesura del giornale: la linotype, una macchina da scrivere che richiedeva l’utilizzo del piombo, compromettendo però la salute dei lavoratori costretti a inalare per ore le sostanze tossiche emesse, sostituita poi, con l’avvento della tecnologia, dal computer.

Siamo state accompagnate poi verso il piano terra della struttura, e, accolte in una delle sale riunioni, abbiamo avuto modo di apprezzare, dai racconti della dott.ssa Di Pace, la storia del Corriere della Sera, che nasce il 5 marzo 1876 dal napoletano Eugenio Torelli Viollier, con la volontà di rappresentare una moderazione costruttiva e ottimista rivolta alla borghesia milanese.

La sede originaria si trovava in Galleria Vittorio Emanuele II, ma agli inizi del ‘900, il nuovo visionario direttore Luigi Albertini, per aumentare il prestigio e la notorietà del quotidiano, nel 1904 sposta la sede nell’odierna via Solferino 28 (poi spostata a 26), e ispirandosi ai modelli anglosassoni, nella stesura degli articoli, scinde i fatti dalle opinioni dei giornalisti, dando al giornale un’impronta chiara e oggettiva.

Con Albertini il Corriere della Sera affronta un cambiamento rivoluzionario, in quanto la pubblicazione, dalle ore serali viene spostata al primo mattino. Ancora oggi la giornata inizia all’alba, con dei collegamenti tra la sede di Milano e quella di Roma, in cui si confrontano gli avvenimenti principali.

Il lavoro della redazione non si ferma mai e comprende l’aggiornamento continuo delle notizie a livello digitale, tramite Corriere.it e le pagine social della testata, in quanto ci si è resi conto che sempre più persone consultano online le notizie, che provengono sia dall’Italia sia dal resto del mondo, sottolineando il ruolo degli inviati, che situati in vari paesi esteri, attraverso live e collegamenti, raccontano i fatti più rilevanti.

Dopo l’introduzione sul giornale, abbiamo avuto il piacere di incontrare Paolo Di Stefano, scrittore e editorialista del Corriere della Sera, responsabile delle pagine culturali, di cui è inviato speciale.

Ci racconta il proprio percorso lavorativo, illustrandoci, poi nel dettaglio i processi di stampa, con il cosiddetto “timone”, una sorta di linea guida per quanto riguarda l’impaginazione del giornale. Dal 1991 la sede di stampa si trasferisce nello stabilimento di Pessano con Bornago, fuori dal centro di Milano, e che, con le sue 250 mila copie, è lo stabilimento del gruppo RCS (Redazione Corriere della Sera) con la più alta capacità produttiva.

Dal dialogo con il dott. Di Stefano sono emerse alcune riflessioni sull’emergente giornalismo digitale e su come la tecnologia abbia cambiato l’approccio che gli scrittori hanno nei confronti della stesura di testi, che essi siano articoli o romanzi. Secondo Di Stefano, però, nonostante l’avanzamento sempre più innovativo del mondo digitale, si preferirà sempre la lettura in formato cartaceo piuttosto che su uno schermo, con l’augurio di coltivare ininterrottamente la nostra passione per i libri e per la lettura.

 

Di Rossella Schittone e Martina Giordano

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