Milano e la Fashion Week: un legame storico e scintillante

E’ la settimana che ci tiene incollati agli schermi e che ci fa girovagare per tutta Milano, alla ricerca di celebrities a cui chiedere una foto o di sfilate glam da cui prendere ispirazione.
Insieme alle fashion weeks di Parigi, New York e Londra, la Milano Fashion Week fa parte delle “Big Four”: la manifestazione milanese è ormai un’istituzione ed è attesa con trepidazione, con la curiosità di vedere cosa porteranno sulle passerelle i grandi stilisti.

Ma Milano ha un particolarissimo legame con la moda, tanto da esserne la città per antonomasia. Questo stretto rapporto di amore nacque nel secolo scorso, nel 1951, grazie a Giovanni Battista Giorgini, grande creatore dell’Alta Moda e del Made in Italy: egli organizzò a Firenze, nella Sala Bianca di Palazzo Pitti, una serie di sfilate con lo scopo di presentare le collezioni di alta moda italiana a potenziali buyers stranieri e ai giornalisti.

Il successo di questa manifestazione, però, creò numerosi problemi di traffico al capoluogo toscano, in quanto non era capace di sostenere l’afflusso di persone che provenivano da tutto il mondo. Le sfilate vennero così spostate a Milano dove, nel 1975, ebbe luogo la prima vera e propria Settimana della Moda italiana.

Proprio in questo decennio iniziarono a sentirsi nominare per la prima volta brand che oggi costituiscono l’èlite del mondo del fashion: Armani e Versace, eredi delle giá esistenti Missoni, Gucci e Prada. Grazie alle sfilate della Fashion Week la moda italiana esplose a livello internazionale.

La fashion week è allo stesso tempo punto di arrivo e partenza per gli stilisti milanesi: già nel 1913 i fratelli Prada avevano aperto la loro boutique nella galleria del Duomo, divenendo poi fornitori ufficiali della casa reale dei Savoia, diventando infine un punto di riferimento della moda nazionale e internazionale per gli accessori di pelletteria. Ma è Miuccia Prada che cambiò le sorti del marchio: attivista per i diritti delle donne, trasformò l’azienda di famiglia in un colosso mondiale del lusso, giungendo poi a sperimentare con Miu Miu capi femminili e moderni, sovvertendo le regole anche nel mondo dell’abbigliamento.

Ma oltre al legame quasi sentimentale che lega Milano alla Settimana, ve n’è uno che riguarda gli affari: secondo i dati elaborati dall’Accademia del Lusso nel periodo pre Covid, la moda fa raggiungere alla città meneghina un fatturato di 19 miliardi di euro annui. Il Made in Italy è quindi una vera e propria fonte di guadagno, considerando che solo nel territorio milanese (prima della pandemia) erano presenti 27500 aziende dell’artigianato specializzate in questo settore.

Giunti oramai al termine di questo importante evento rimaniamo affascinati da quel mondo brillantato fatto di scatti, corse, tessuti e pellami, non possiamo però non accorgerci che i capi, gli accessori, le scarpe e le borse che si alternano sulle passerelle e ci ricordano il valore del Made in Italy, cambieranno la moda e il nostro sguardo su di essa.

Francesca Mazzotta

 

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