Sabato 26 ottobre, il Collegio Marianum ha avuto il piacere di ospitare Michela Proietti per una chiacchierata all’insegna della “milanesità”.
Michela, umbra d’origine, ha spiegato come questa città le abbia rubato il cuore quando, da giovane universitaria, si è trasferita per studiare giornalismo radiotelevisivo.
“Da dove nasce la sua passione per il giornalismo e la scrittura?”. È la curiosità, dice, che l’ha spinta a osservare con attenzione il mondo e a provare a raccontarlo; nasce da qui la sua attività di giornalista che oggi la vede impegnata presso il Corriere della Sera, dove scrive per 7, il settimanale del Corriere, e per la 27ora, un blog, tutto al femminile, che ha l’obiettivo di raccontare la quotidianità delle donne nella società odierna.
La discussione è stata poi rivolta ai suoi due libri, “La Milanese” e “La Milanese 2. Il viaggio continua”, il primo, edito nel 2020, ha conosciuto una gestazione velocissima e, nei mesi di pandemia, Michela ha messo per iscritto ciò che il suo occhio curioso era riuscito a catturare negli anni di vita milanese. Il suo libro si configura infatti come un’ironica guida alla vita e alla cultura delle donne milanesi, in cui Michela, con lo stile acuto che la contraddistingue, descrive le abitudini delle donne nella metropoli lombarda.
Presentando questo progetto, ha quindi sciolto un dilemma molto diffuso: “Milanesi si nasce o si diventa?”, per lei non c’è alcun dubbio: “Non occorre essere nati a Milano per essere milanesi”.
Ha poi dispensato alle collegiali, appena arrivate o che vivono qui da pochi anni, suggerimenti preziosi su come cogliere la vera essenza di Milano, godendo a pieno di tutto ciò che può offrire: concerti, mostre, luoghi segreti da scoprire.
Ha raccontato di come anche le “piccole” cose in questa città, a primo impatto fredda e dispersiva, si caricano in realtà di significati inediti; perfino andare al cinema e guardare un film prima di andare a lavoro è un modo di scaldare il cuore a inizio giornata che solo Milano sa regalare.
La sua Milanese ha fornito poi importanti spunti di riflessione su temi molto attuali. La donna risoluta che Michela descrive, si trova a volte ad essere più avanti degli altri, ma, spesso, chi è troppo avanti si sente solo e questo può generare una crisi identitaria, un cortocircuito.
Cosa fare in questi casi?
Per Michela la soluzione non può che essere una: guardare sempre avanti e considerare i “cortocircuiti” quasi come dei passaggi obbligati, non esiste persona che non ne abbia fatto esperienza.
Infine si è parlato dell’Agenda della Milanese 2025, il suo ultimo progetto, in cui Michela ha inserito dei consigli selezionati ad hoc per la Milanese e in cui la cosa che cattura maggiormente l’attenzione è la presenza, al termine di ogni settimana, di alcuni box in cui poter annotare pensieri e considerazioni: “il proprio posto felice” o “5 cose belle del posto in cui si vive”. Insomma, un vero e proprio invito a fermarsi tra la frenesia degli impegni, perché ciò che, a volte, questa città non ammette è la possibilità di fare una sosta.
Il primo caffè letterario dell’anno dunque ha lasciato gli spettatori con il fiato sospeso dall’inizio alla fine, perché La Milanese ha permesso a noi, studenti fuorisede, di guardare questa città da una prospettiva nuova.
Quasi tutti associano Milano a una sola parola: lavoro, ma, quando ci vivi, poi scopri che in realtà è molto di più.
Milano per me si è rivelata essere, come scrive Michela, “la città dei sogni”. Tutto qui riesce a prendere forma, in modi inaspettati e stravolgenti.
C’è chi dice che, passata la gioventù, di Milano resta solo il cielo grigio; Michela, invece, è la prova che questa città non smette mai di sorprendere chi la sa guardare.
A cura di Irene Pasanisi
Comincia la discussione